Alopecia androgenetica femminile: sintomi
In Italia le donne che sviluppano l’alopecia androgenetica sono circa 4 milioni. Se guardiamo alla fascia di età over 50 ci accorgiamo che i suoi sintomi sono visibili sulla testa del 30% della popolazione femminile. Tale incremento in età matura è correlato all’aspetto ormonale della condizione e agli squilibri che in tal senso avvengono durante la menopausa.
L’alopecia androgenetica nelle donne porta ad un diradamento dei capelli concentrato sulla sommità della testa e sulla parte sopra la fronte, dove tuttavia una prima fascia di capelli, quella dell’attaccatura rimane inalterata.
Anche se i casi femminili sono statisticamente inferiori, rispetto a quelli maschili, non si può omettere di quanto i sintomi di alopecia siano psicologicamente pesanti nelle donne. Nella moderna società i capelli sono simbolo di bellezza e femminilità una donna che assiste al loro diradamento vive in un certo senso la perdita della propria femminilità, uno stato questo che può portare anche a stati depressivi.
Gli ormoni femminili, ossia androgeni, contribuiscono in maniera positiva alla salute del capello ecco perché solitamente le donne hanno capelli folti e forti. Tutta via il grande legame che esiste fra ormoni e salute del capello fa in modo che in determinati periodi femminili, come quelli caratteristici di gravidanza, allattamento e menopausa, l’equilibrio ormonale subisca delle alterazioni i cui effetti ricadono anche sulla capigliatura. La menopausa è infatti il periodo in cui l’alopecia androgenetica tende ha mostrare i suoi sintomi.
Così come vale per gli uomini anche per le donne la componente genetica risulta essere il fattore “sine qua non” di questa condizione di conseguenza è corretto attendersi i sintomi in quelle donne che hanno fratelli, genitori e nonni con diradamento dei capelli.
Gradi di alopecia androgenetica femminile: la scala di Ludwing
Così come accade per la calvizie maschile anche quella femminile è stata accuratamente osservata e analizzata. Il primo a classificarne i sintomi fu il medico Ludwing il quale nel 1977 elaborò una scala che porta il suo nome. In essa possiamo osservare 3 diversi gradi di diradamento che passano da una meno severa stempiatura sulla zona centrale del capo ad un ultimo grado in cui la densità dei capelli ha subito una importante decremento.
Ad oggi tale scala è stata rielaborata per descrivere più dettagliatamente gli effetti dell’alopecia androgenetica femminile. Nel 1994 lo studioso Savin aggiunse dei sottolivelli alla scala di Ludwing avendo cura anche di riservare un approfondimento a parte per descrivere la calvizie frontale. I livelli identificati per descrivere la calvizie sono: lieve, pronunciato, esteso, avanzato e frontale (molto raro nel genere femminile).
Un’altra rivisitazione della scala è quella che arriva nel 2004 ad opera di Sinclair che suddividendo in 5 stadi la calvizie femminile, di fatto semplifica il lavoro del collega Savin.