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Trapianto capelli:  Salto evolutivo con tecnica Micro FUE

Cos’è?

La Micro FUE Sezionale (MFES) è una tecnica avanzata di trapianto di capelli, evoluzione della classica FUE (Follicular Unit Extraction). La sua innovazione principale risiede nella rimozione parziale delle unità follicolari: l’espianto avviene solo su una porzione del follicolo pilifero, lasciando intatte strutture fondamentali come il bulge e le cellule staminali follicolari nella zona donatrice.

Questa particolarità consente al cuoio capelluto di rigenerare naturalmente fino al 92% dei follicoli trattati, mantenendo la densità originaria della zona donatrice e permettendo eventuali trapianti futuri senza comprometterne l’integrità. Inoltre, riduce sensibilmente il trauma tissutale, favorisce una guarigione più rapida e migliora l’estetica complessiva.

trapianto capelli Christian 4
trapianto capelli Christian 4

Vantaggi chiave della tecnica MFES

  • Rigenerazione della zona donatrice: L’espianto sezionale permette di lasciare attive le strutture staminali, favorendo la neoformazione pilifera nella sede originaria. Questo significa che, anche dopo l’intervento, la zona donatrice conserva densità visiva e funzionalità biologica.
  • Alta densità e naturalezza del risultato: Ogni unità follicolare contiene in media 2,3 capelli. La selezione e distribuzione strategica durante l’impianto permette di aumentare la densità apparente, creando un risultato naturale, omogeneo e tridimensionale, in armonia con la fisionomia del paziente.
  • Procedura mini-invasiva, senza cicatrici visibili: Grazie all’uso di micro punch da 0.65 a 0.75 mm, l’intervento non lascia cicatrici lineari e consente un recupero post-operatorio rapido e confortevole. È adatta anche a chi porta i capelli molto corti.
  • Precisione microchirurgica: L’uso di strumenti come bisturi in zaffiro e pinze da impianto micro-angolate assicura accuratezza assoluta in tutte le fasi: dall’espianto all’impianto, fino alla definizione dell’attaccatura.

Le 4 fasi

  1. Espianto Selettivo
  • Utilizzo di micro drill motorizzati con punch seghettati.
  • L’unità follicolare viene isolata parzialmente per lasciare intatta la componente staminale.
  • Questo riduce il trauma, evita il “sovrasfruttamento” della zona donatrice e aumenta la resa complessiva del trattamento.
  1. Selezione e Conservazione
  • Le UF estratte sono conservate in soluzione fisiologica fredda per mantenerle vitali.
  • Vengono poi classificate in base al numero di capelli per permettere un impianto strategico: monobulbari nella prima linea frontale, multibulbari nelle aree centrali e posteriori.
  1. Preparazione del sito ricevente
  • Si effettuano micro-incisioni con bisturi in zaffiro, seguendo una precisa angolazione (5°–45° a seconda della zona) per imitare la direzione naturale dei capelli.
  • Le zone critiche, come la hairline, richiedono una densità crescente e l’uso di follicoli sottili per garantire un effetto realistico.
  1. Impianto bilanciato e simultaneo
  • L’impianto avviene generalmente con due operatori in simultanea, per migliorare efficienza e simmetria.
  • L’inserimento segue un pattern a ventaglio per evitare allineamenti innaturali.
  • L’unità follicolare viene posizionata con una pinza microchirurgica, rispettando profondità, orientamento e inclinazione.

Vedi: fasi tecnica FUE

Anestesia e gestione del dolore

Il trattamento è indolore grazie all’utilizzo di anestesia locale con vasocostrittore (epinefrina). Prima dell’anestesia viene somministrato valium e atropina per favorire il rilassamento e controllare la frequenza cardiaca.

La formula anestetica (adrenalina + carbosen + bicarbonato) è studiata per garantire effetto rapido, controllo del sanguinamento e massimo comfort intraoperatorio.

Nel post-operatorio si consiglia paracetamolo 500 mg 2 volte al giorno per 5 giorni. Il dolore è generalmente lieve e ben tollerato.

PRP: Plasma Ricco di Piastrine come supporto rigenerativo

La terapia con PRP (Plasma Ricco di Piastrine) è un trattamento rigenerativo che sfrutta i fattori di crescita presenti nelle piastrine del sangue del paziente per stimolare i processi di riparazione e rigenerazione dei tessuti. Viene consigliata:

  • nelle prime fasi dell’alopecia, per rallentare il processo di miniaturizzazione follicolare e mantenere attivi i capelli ancora presenti
  • nel post-trapianto, per accelerare la cicatrizzazione, ridurre il tempo di recupero e migliorare la qualità dell’attecchimento delle unità follicolari

Il PRP si è dimostrato particolarmente efficace sui capelli nativi, contribuendo al loro rafforzamento, allungando la fase anagen (crescita attiva) e riducendo la caduta. Nei capelli trapiantati, sebbene non aumenti il numero di follicoli attecchiti, può migliorare il nutrimento della cute e la qualità del fusto capillare.

Ha un ruolo strategico soprattutto nei soggetti con alopecia androgenetica femminile (classificata secondo la scala Ludwig), in cui la perdita di capelli è diffusa e non localizzata, rendendo meno efficace unicamente l’intervento chirurgico. In questi casi, il PRP può essere integrato prima e dopo il trapianto per massimizzare i risultati estetici e stimolare una risposta rigenerativa più uniforme.

Il protocollo ideale prevede almeno 3 sedute annue, a distanza di circa 30-45 giorni l’una dall’altra. In fase acuta o su indicazione medica, si può adottare un ciclo intensivo iniziale con trattamenti mensili nei primi tre mesi post-intervento.

Cura post-operatoria: cosa fare e cosa evitare

Prime 72 ore

  • Rimozione della fasciatura compressiva il giorno successivo all’intervento, con attenzione a non traumatizzare l’area trattata.
  • Applicazione di Gentalyn Beta per 5 giorni consecutivi sulla zona donatrice per prevenire infezioni e favorire la rigenerazione cutanea.
  • Inizio dei lavaggi con lozione idratante (HST Pallaoro o equivalente) e shampoo neutro a pH fisiologico, evitando qualsiasi sfregamento o pressione.
  • È consigliabile utilizzare uno spruzzino a getto fine (“a nuvola”) per bagnare le zone interessate, favorendo la rimozione progressiva dei residui.
  • Durante questo periodo è importante dormire con la testa sollevata (utilizzando due cuscini) per ridurre il gonfiore facciale post-operatorio.

Fino a 14 giorni

  • Lavaggi frequenti con movimenti estremamente delicati per ammorbidire le crosticine e ridurre la tensione cutanea.
  • Caduta progressiva delle crosticine (di norma tra il 7° e il 10° giorno), da non forzare manualmente: la caduta spontanea è indice di guarigione ottimale.
  • Evitare ogni tipo di sport, attività fisica intensa, esposizione solare diretta, ambienti umidi o caldi (come saune, hammam o bagno turco) per prevenire infiammazioni.
  • È consigliabile indossare un cappello morbido in ambienti esterni per proteggere la zona ricevente da polvere, vento e luce solare diretta.

Dopo il 1° mese

  • Possibile comparsa del fenomeno di “shedding” (caduta temporanea dei capelli trapiantati), che è del tutto fisiologico e non deve preoccupare.
  • I capelli iniziano a ricrescere tra il 3° e il 4° mese, inizialmente più fini e chiari, per poi ispessirsi e pigmentarsi progressivamente.
  • Il risultato estetico definitivo sarà completamente visibile tra 12 e 18 mesi, in funzione della velocità di crescita individuale, del ciclo pilifero e dell’area trattata.

È raccomandato continuare l’uso di shampoo delicato e integratori contenenti zinco, biotina e vitamine del gruppo B per supportare la crescita sana del capello.

Possibili complicazioni (rare e gestibili)

  • Shock loss (perdita temporanea di capelli intorno all’area trapiantata), generalmente dovuta a stress chirurgico locale o ischemia transitoria. La ricrescita avviene spontaneamente entro 3-4 mesi.
  • Necrosi cutanea (rara, prevenibile con attenta distribuzione delle UF e corretta gestione della vascolarizzazione), può verificarsi in soggetti con cute ipoperfusa o in caso di errata compressione post-operatoria. Il trattamento tempestivo con medicazioni avanzate e PRP consente il recupero.
  • Infezioni (evitabili con igiene scrupolosa e profilassi antibiotica mirata). I segni precoci includono rossore, dolore localizzato e secrezione purulenta. Il trattamento include antibiotici orali e topici.
  • Follicoliti post-trapianto (gestibili con igiene locale, lozioni disinfettanti e antibiotici topici). Possono comparire nei mesi successivi come piccole pustole isolate e sono generalmente autolimitanti.
  • Disestesia o formicolio temporaneo nella zona donatrice, spesso dovuta a microtraumi nervosi superficiali. Si risolve spontaneamente entro poche settimane.

Tutti questi eventi sono transitori e facilmente gestibili se il paziente è seguito da personale esperto e in centri altamente specializzati. Una corretta informazione pre-operatoria e il rispetto delle indicazioni post-operatorie riducono ulteriormente l’incidenza di tali complicanze.

Candidati ideali

  • Uomini con alopecia androgenetica (scala Norwood), in particolare dai gradi II a V, con buona densità residua nella zona donatrice e aspettative realistiche rispetto al risultato estetico ottenibile.
  • Donne con diradamento diffuso (scala Ludwig), che presentano miniaturizzazione omogenea sul cuoio capelluto e conservano una zona donatrice idonea, spesso nella regione occipitale. La tecnica è particolarmente vantaggiosa per le donne poiché permette un prelievo minimo e mirato.
  • Richiedenti trapianto di barba, basette o sopracciglia, inclusi soggetti con cicatrici post-trauma o post-chirurgiche che desiderano ripristinare peli terminali in aree specifiche per ragioni estetiche, ricostruttive o psicologiche.
  • Pazienti che hanno già effettuato un primo trapianto e necessitano di ritocchi, copertura di aree residue o aumento di densità, senza compromettere ulteriormente la zona donatrice, grazie alla capacità rigenerativa della tecnica MFES.
  • La tecnica è indicata anche in presenza di calvizie stabile, ben documentata da una diagnosi tricologica, e in pazienti con buona elasticità cutanea e assenza di controindicazioni sistemiche.

Non adatta in caso di alopecia areata attiva, cicatrici estese o profonde, malattie autoimmuni non controllate, dermatite seborroica o psoriasi non trattata, o in pazienti con aspettative irrealistiche, scarsa compliance post-operatoria o in fase di calvizie progressiva non stabilizzata.

Micro FUE HD: Un Confronto con altre tecniche

Il trapianto capelli Micro FUE HD si distingue per una serie di vantaggi significativi rispetto alle tecniche tradizionali come la FUE (Follicular Unit Extraction) e la FUT (Follicular Unit Transplantation). Ecco una tabella riassuntiva:

Micro FUE HD FUE tradizionale FUT
Cicatrici Minime o nulle Visibili Ampie e evidenti
Recupero Rapido Medio Lento
Capelli per sessione Oltre 5000 (circa 13000 capelli) Fino a 2000 Fino a 3000
Danni alla zona donatrice Minimi o nulli Presenti Ampie zone interessate
Risultato estetico Naturale, con controllo dell’inclinazione e direzione Variabile Variabile