Skip to content

Morfologia del sistema pilifero

A completamento della analisi strutturale fatta al precedente capitolo, viene qui descritto il sistema pilifero in base al suo aspetto esteriore e vengono esaminate le differenze fra i vari tipi di peli e fra le varie popolazioni che compongono la razza umana. Viene anche fatto il confronto fra i peli umani e quelli di altri mammiferi.

Dal punto di vista morfologico i peli differiscono a seconda delle regioni corporee: la loro forma e lunghezza, il loro ciclo di sviluppo sono diversi a seconda che si tratti dei capelli, dei peli pubici o ascellari o della barba, anche perché è diversa l’influenza ormonale. Esistono differenze anche fra le varie popolazioni che compongono la razza umana; la più pelosa è la popolazione caucasica in cui le produzioni pilifere possono assumere varia conformazione (appiattita, elicoidale, spiralata).

La popolazione mongoloide è la meno pelosa ed è caratterizzata da peli e capelli lisci e diritti; la popolazione negroide si colloca a metà in fatto di quantità di peli i quali sono per lo più arricciati a forma elicoidale o spiralata. Un tipo particolare di popolazione, quella celtica, è caratterizzata da una diversa colorazione melanica dovuta alla presenza di feomelanine e tricocromi rossi in luogo della normale eumelanina bruna; anche come numero di peli terminali i celtici risultano meno pelosi dei caucasica.

Alle diversità morfologiche dei peli fra le varie popolazioni in cui si articola la razza umana non fa tuttavia riscontro una diversità sul piano fisiologico in quanto tutti i processi fisiologici (con l’eccezione della variante melanica nei celtici) sono praticamente gli stessi. Nella razza umana peli e capelli hanno perso la maggior parte delle funzioni primarie che invece caratterizzano ancora la pelliccia di altri mammiferi; tuttavia, oltre a conservare una utile funzione quali organi di senso, mantengono indiscusse proprietà sul piano sessuale e sociale così come su quello più propriamente psicologico. Ciò è soprattutto vero per quella particolare produzione pilifera che si sviluppa sul cuoio capelluto e che noi chiamiamo capello. La capigliatura nel suo insieme è composta da 100/150.000 capelli aventi un diametro medio di 7 µm cadauno. Questo diametro è variabile con l’età: sottile nel bambino, il capello si ingrossa nell’adulto per poi tornare ad assottigliarsi nell’anziano. Il diametro è anche variabile a seconda del tipo di popolazione; nella popolazione bianca (caucasica) è intermedio, più grosso in quella gialla (mongoloide), più ridotto in quella negroide. Anche un esame in sezione rivela delle differenze, il capello risulta rotondo nella popolazione mongoloide, ellittico in quella caucasica e piatto in quella negroide.

A seconda dello spessore della corteccia e della cuticola si avranno poi capelli grossi, duri, fini, morbidi ecc. La struttura pilifera può essere sinteticamente descritta da tre parti:

  • la radice
  • lo stelo
  • gli annessi

Per radice si intende la zona più interna del follicolo pilifero ove hanno sede la papilla ed il bulbo del pelo. Lo stelo costituisce il risultato dei processi proliferativi e cheratinogenetici che avvengono nel bulbo e che determina lo sviluppo verso l’esterno di una struttura tristratificata concentricamente e che si conclude con la punta del pelo. Midollo, corteccia e cuticola sono i tre strati che nel loro insieme generano la struttura dello stelo pilifero. Gli annessi, oltre ovviamente al follicolo ed alle varie guaine che lo avvolgono, comprendono la ghiandola sebacea, il muscolo erettore, i vasi sanguigni e le terminazioni nervose.

Il tutto (nervi esclusi) nasce da due gruppi di cellule matrici, il primo di origine epidermica (che forma il follicolo, il bulbo e le ghiandole sebacee) il secondo di origine dermica (da cui derivano la papilla ed il muscolo erettore).